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La consulenza genitoriale

Perché un genitore dovrebbe recarsi da un professionista della relazione di aiuto e parlare delle sue questioni familiari e personali?

Come può una persona “esterna” alla coppia, al nucleo, essere di aiuto?

Andiamo per gradi.

Diciamo che a volte, per non dire il più delle volte, una delle più grandi difficoltà che incontriamo nella nostra quotidianità è quella di guardare in modo oggettivo le situazioni che ci accadono. Quando siamo all’interno di una relazione e viviamo da protagonisti alcune dinamiche che riguardano le persone a cui teniamo di più, spesso, essere super partes e mantenere un atteggiamento di apertura e di ascolto autentico è difficile: ci si immedesima, si proietta, si interpreta… e, alla fine, spesso, ci si fraintende.

La comunicazione è un aspetto fondamentale della nostra vita e, da animali sociali quali siamo, non si può non comunicare. Anche se a volte farlo in modo ecologico e rispettoso, per noi e i nostri cari, è difficile.

Quante emozioni si muovono quando si discute su qualcosa che ci tocca da vicino. Quanti ricordi emergono quando ci troviamo a dover gestire nostro figlio in balia delle difficoltà della crescita, dello sviluppo, della vita.

Come poter essere dei bravi genitori? Come fare ad orientare senza imporre, a educare senza condizionare, a proteggere senza limitare?

Rivolgersi ad un professionista a volte serve proprio a questo: a mettere una distanza, uno spazio emotivo, dal quale guardare quello che ci accade per poter indirizzare con più precisione le nostre energie, ottimizzare le strategie, rendere più efficaci ed ecologiche le nostre comunicazioni, così da costruire delle relazioni sane che non rifuggono i conflitti, ma li prevengono.

Alla base di un intervento di consulenza genitoriale, quali sono i primi aspetti sui quali si cerca di portare un’attenzione?

Spesso, uno dei temi più delicati sui quali è importante lavorare è il giudizio. Perché un genitore dovrebbe recarsi da un professionista? Per imparare ad osservare e osservarsi, ad esempio.

Quante volte nelle nostre relazioni, specialmente con le persone alle quali teniamo di più, senza accorgercene, ci poniamo in una posizione giudicante? Se per un attimo provassimo ad immedesimarsi nella persona che si è sentita criticata, come ci sentiremmo?

Valorizziamo l’autostima dei nostri * figli*, oppure tendiamo a sminuirla? I bambini iniziano fin da piccolissimi a sviluppare un proprio sé ed imparano in breve tempo a guardarsi con gli occhi dei loro stessi genitori. Anche se spesso lo dimentichiamo, noi non comunichiamo solamente attraverso le nostre parole, ma tutto il nostro corpo è coinvolto quando esprimiamo un messaggio. Siamo soliti sottolineare gli aspetti di risorsa, le abilità acquisite? Oppure, come spesso capita, anche per mancanza di tempo, ci fermiamo solamente per evidenziare gli aspetti negativi o poco funzionali?

E’ fondamentale saper scegliere con cura le parole da non dire, gli esempi da non mostrare, gli atteggiamenti da evitare. Chi è genitore, prima di tutto, insegna ed educa attraverso il suo modo di essere e di agire nel mondo. Rivolgersi ad un professionista a volte ci permette di cogliere quelle parti di noi che ci sono meno note e che, nostro malgrado, nella relazione genitoriale emergono.

Coltiviamo un atteggiamento di apertura, di ascolto, di compassione e gentilezza? Per quanto si può essere diventati genitori in giovane età, esiste sempre una differenza generazionale e questo inficia sull’immedesimarsi, sul comprendersi con facilità. In una società sempre più dinamica e veloce, anche vent’anni possono essere tantissimi. Imparare a cogliere in che modo ci accostiamo agli altri può essere fondamentale nella prevenzione del conflitto e delle discussioni.

Quanto può durare un percorso sulla genitorialità e come si articola?

Rivolgersi ad un Counselor che si occupa di consulenza genitoriale significa prima di tutto scegliere di volersi mettere in discussione e di voler cambiare la posizione dalla quale si è soliti osservare il proprio vissuto. Non esiste una regola che stabilisce quanti incontri siano necessari per arrivare a guardare da un’altra prospettiva la propria quotidianità e iniziare a vivere con un’altra qualità le nostre relazioni.

Solitamente, ogni percorso ha inizio con un incontro esplorativo, una conoscenza tra le parti, la definizione dei propri bisogni, da parte del cliente, e la spiegazione delle possibili strade percorribili, da parte del counselor… e poi, come ogni relazione, ci si sceglie.

Iniziato il viaggio, di solito sono consigliate un minimo di tre sedute per osservare una situazione, attivare una strategia e monitorarne gli effetti, ma non è raro che si decida di incontrarsi di tanto in tanto per una seduta di monitoraggio e aggiornamento o magari, quando necessario, rivolgersi anche ad altri professionisti.

Il lavoro su di sé non è mai un progetto con un obiettivo certo: quello che sappiamo è il punto dal quale partiamo, la bussola che scegliamo e l’orientamento con il quale iniziamo il cammino. Tutto il resto è una bellissima scoperta da vivere.

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Se desideri approfondire l’argomento, puoi trovarmi presso lo Sportello di Ascolto Parliamone Insieme di Francavilla al Mare in C.da Valle Anzuca (Martedì e Venerdì mattina dalle 8.30 alle 12.30) o presso il mio studio sito in Pescara Salute, secondo piano, stanza D, in Via Tiburtina 85, Pescara. Contattami per un appuntamento.

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