…o più di uno.
Quando verso i dodici-tredici anni iniziai a pensare a cosa mi sarebbe piaciuto fare “da grande”, uno dei lavori che iniziai a prendere in considerazione fu “l’organizzatrice di eventi”.
Per indole sono sempre stata particolarmente attratta dall’organizzazione di feste, compleanni… Fin da piccola mi è sempre piaciuto fare in modo che le ricorrenze si trasformassero da “cene di famiglia” a occasioni speciali durante le quali veniva onorato e celebrato il momento, il passaggio, la vita e le sue diverse sfumature.
Ogni volta che io o mia madre invitava qualcuno a casa, studiavo il menù, gli abbinamento, l’apparecchiatura, il servizio…, l’accoglienza e la restituzione. Ogni ospite era per me un dono e ci tenevo che lui tornasse a casa, dopo quell’incontro, nutrito, non solo dal pasto.
Diventata adulta, nonostante pensavo di essermi allontanata molto da quella professione, per lavoro e per caso (se mai esistesse), mi sono ritrovata a dover seguire da vicino, un gran numero di eventi. Maggiormente “matrimoni”. All’interno della realtà dove ero diventata Manager, negli anni era infatti venuta a crearsi un’area dedicata al wedding e alla ricettività e al suo interno il mio ruolo era quello di verificare che tutto andasse a buon fine. Per acquisire le competenze necessarie ho così studiato presso l’Accademia degli Eventi di Roma e presso la Enzo Miccio Academy di Milano diventano Event and Wedding Planner.
Da supervisore quale ero, assistendo ai festeggiamenti e spesso anche alla loro preparazione… spesso mi interfacciavo direttamente con i festeggiati e ben presto compresi che, una volta considerati tutti gli aspetti pratici e organizzativi, fondamentale era l’aspetto simbolico, spirituale dell’Evento, nonchè la gestione delle problematiche relazionali ed emozionali che ci si trova a vivere durante l’organizzazione.
Il Matrimonio come passaggio di vita
Tra le diverse ricorrenze, se prendiamo ad esempio il Matrimonio, uno dei momenti di passaggio più importanti per una coppia di persone, attraverso questo Rito che dà origine ad una nuova famiglia: sebbene l’unione avvenga formalmente soltanto tra i due fidanzati, dietro le quinte, nell’organizzazione della giornata, ci sono in realtà le loro famiglie e un gran numero di altre persone. Ognuna con le sue idee e con le sue aspettative.
Tante sono state le volte in cui mi sono imbattuta in veri e propri litigi tra i futuri coniugi intenti nello scegliere i dettagli del loro grande giorno o famiglie intere che discutevano su quanti primi piatti fossero più adatti per fare una bella figura con gli invitati! Per non parlare poi del giorno fatidico e delle frasi poco carine scambiate a proposito degli amici o dei familiari presenti…
Se da un lato il matrimonio rappresenta l’inizio di una nuova vita insieme, la condivisione della stessa casa, la progettualità di fare dei figli… dall’altro, è anche l’unione vera e propria di due realtà, ognuna con le sue peculiarità, il proprio vissuto, le proprie convinzioni, la propria scala di valori. Nonostante ci siano infiniti testi, corsi… che spiegano come organizzare correttamente una bella cerimonia e dei meravigliosi festeggiamenti… in pochi si soffermano a trattare la tematica delle difficoltà relazionali, emozionali, pratiche che il matrimonio stesso racchiude!
Le insidie dell’organizzazione
Pensate a quanto sia difficile, già nel nostro quotidiano scegliere il locale adatto ai nostri amici del sabato sera ed immaginate quanto, in proporzione, possa essere difficoltoso soddisfare e accontentare tutte quelle persone che in un modo o nell’altro si sentono protagoniste e coinvolte a tal punto da voler partecipare nelle scelte e nelle decisioni. Per quanto ci si sforzi di sottolineare che a sposarsi siano “solo gli sposi”, in realtà la questione è molto più complessa e la scelta delle bomboniere può diventare una questione difficile da mediare tra la sposa, la madre e la futura suocera… per non parlare della gestione degli invitati e della realizzazione del tableau!
La vera complessità del matrimonio diventa dunque proprio l’unione delle due differenti famiglie e di tutto ciò che questo porta con sé: cultura, tradizioni, usanze, amici… E se pensiamo poi, ai nuclei familiari di oggi, a quanto siano “allargati”, è facile rendersi conto di come sia, quasi inevitabile, che delle dinamiche disfunzionali possano affiorare e prendere il controllo generando conflitti.
L’importanza di un mediatore
I mesi che lo precedono, spesso non sono più vissuti come un tempo di preparazione al Rito, una celebrazione del cambiamento e del nuovo inizio… ma, un susseguirsi di appuntamenti, tensioni e stress che fanno perdere di vista il senso, l’essenza, la ragione profonda di quel passo.
Come fare dunque a far sì che tutto questo non accada? Come si può dunque arrivare alle nozze vivendo con intensità e totalità ogni singolo momento senza l’ansia, le preoccupazioni, la frenesia dei preparativi? Un’idea potrebbe essere quella di affiancare, nei mesi antecedenti le nozze uno spazio individuale e di coppia con un professionista, un Counselor che possa accompagnare i futuri sposi nelle varie tappe facilitandone le discussioni, mediando le controversie, riportando l’attenzione sulla consapevolezza e sulla responsabilità di ciascuno, trasformando i disagi in risorse, lasciando che la piramide dei valori e di ciò che è veramente importante: “il sentire” non si perda nel “fare”.
Scegliere una figura che ci supporti nelle relazioni tra sé stessi e gli altri, imparando a utilizzare una comunicazione efficace e nello stesso tempo assertiva, che tenda ad orientare, sostenere e sviluppare le potenzialità degli sposi, promuova atteggiamenti attivi e propositivi e stimoli le capacità decisionali, può diventare dunque un aspetto importante per vivere con maggior presenza, autenticità, serenità.
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