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Quante stanchezze esistono?

Esatto. Non ho sbagliato il titolo di questo articolo. Lo avresti mai detto che esistono diversi tipi di stanchezza? Noi di consuetudine siamo sempre soliti esprimerci dicendo: “Mi sento stanco”.

Ma cosa significa questa semplicissima e comunissima espressione?

Tristezza – stanchezza che penetra nell’anima – Stanchezza – tristezza che penetra nella carne.
(Christian Bobin)

Quante stanchezze esistono?

Hai mai provato a soffermarti a sentire le sensazioni che avverti quando sei di ritorno dall’ufficio? Prova per un istante a chiudere gli occhi. Richiama alla tua mente l’immagine di te che apri la porta di casa dopo una giornata intera passata dietro la scrivania.

Come descriveresti le tue sensazioni a livello fisico? Magari potresti parlare di un senso di chiusura, rigidità muscolare, tensione all’altezza delle spalle, del collo… La testa potrebbe sembrarti pesante, gli occhi se sei stato a lugno davanti al pc potrebbero darti fastidio…bruciarti magari.

E ora prova a chiudere nuovamente gli occhi immaginando di essere appena rientrat* dopo una lunga passeggiata nel bosco. O al mare, se preferisci. Hai camminato tanto, per oltre due ore a passo svelto. Le gambe sono indolenzite, i glutei ben attivi. Il cuore ancora leggermente accelerato fa sentire i suoi battiti e il respiro è corto e veloce.

In entrambi i casi sarebbe legittimo definirsi “stanchi”, ma c’è una differenza in queste due stanchezze? Come proveresti a ricaricare le tue energie in questi due distinti momenti?

Stanchezza fisica e mentale

Come potrai aver sperimentato leggendo questo articolo e richiamando alla tua memoria qualche episodio del tuo quotidiano, noi non ci sentiamo stanchi sempre allo stesso modo; a volte lo siamo nel corpo e abbiamo bisogno di riposo, di fermarci, di staccare la spina, di immergerci nel dolce far niente.

Altre volte invece, magari proprio dopo una lunga giornata di lavoro, il vero bisogno al quale dobbiamo rispondere è quello di accudire la nostra stanchezza mentale. Quando ci sentiamo carichi di tensioni, di preoccupazioni, quando il corpo è stato tenuto per troppe ore fermo e rigido nella stessa posizione, in quel caso sarebbe veramente importante potersi dedicare del tempo nel riacquistare equilibrio e fare della sana attività fisica.

Se invece abbiamo ecceduto con il fare: magari abbiamo superato i 10.000 passi, poi siamo andati in palestra, a fare una lezione di yoga ed una di pilates, quello di cui avremmo veramente bisogno è un buon pasto e del meritato riposo. Magari dopo una doccia calda che aiuta ad addolcire le fasce muscolari.

So che sei esausta di cercare di essere tutte le persone che gli altri si aspettano che tu sia, vieni con me, andiamo in un prato a raccogliere fiori selvaggi e poi beviamo alla fontana e lasciamo che l’acqua ci scorra sulla mani e porti via tutto ciò che abbiamo creduto di essere.
(Fabrizio Caramagna)

La stanchezza emotiva

Una stanchezza sulla quale poi mi piacerebbe portare l’attenzione è quella emotiva. Hai letto bene. Se non sai a cosa si riferisce, pensa a quello stato che puoi aver raggiunto dopo che hai sperato con tutt* te stess* che accadesse qualcosa. Ce l’hai presente?

Oppure quando hai avvertito delle emozioni intense che hai fatto fatica a gestire. Sebbene spesso venga tralasciata la sua importanza, quando non si hanno le risorse necessarie alla gestione delle nostre emozioni quotidiane, questo può portare a delle espressioni esagerate (dannose per noi e le persone che ci sono accanto) o a delle repressioni ed evitamenti (causa di disagio soprattutto nel medio-lungo termine).

Se la stanchezza fisica la si combatte con il riposo, quella mentale con l’attività fisica… come si possono ricaricare le nostre pile, quando siamo vittime della stanchezza emotiva? Da cosa ce ne accorgiamo quando ne siamo affetti?

Gli aspetti che caratterizzano la stanchezza emotiva

Tra gli aspetti che possiamo ritrovare e che è giusto andare ad indagare, quando temiamo di essere stanchi emotivamente troviamo:

-sensazione di spossatezza, agitazione psicofisica

-irritabilità

-diminuzione dell’interesse verso ciò che solitamente ci piace fare

-difficoltà a partecipare alle attività sociali

-fatica nel portare avanti le attività quotidiane

-minor entusiasmo

-confusione rispetto al futuro

-difficoltà ad impegnarsi in progetti a lungo termine

Di per sè, tutti questi sintomi non sono limitanti, se non fosse però che, alla lunga, possono minare diversi ambiti e aspetti della nostra vita.

Quali sono le cause

Se prendendo qualche minuto per te, ti sembra di riconoscerti in uno o più di questi punti, prima di andare in allarme, è bene ricordarti che le cause possono essere molteplici e molto può dipendere da un momento particolare della vita che stai attraversando.

Come tutto ciò che riguarda il benessere o il malessere, i fattori che possono essere coinvolti sono molteplici e richiedono attenzione, delicatezza e pazienza per essere esplorati.

Può dipendere dall’aver vissuto degli eventi intensi, impattanti, di aver necessità di un supporto pratico ed emotivo, di aver attraversato un forte periodo di stress…

Prova a fermarti e a guardare agli ultimi mesi della tua vita con l’atteggiamento curioso di colui o colei che vorrebbe conoscersi meglio. Il punto non è colpevolizzarsi, ma dare inizio a qualcosa di diverso. Una nuova fase della propria vita.

Abbi compassione per tutti quelli che incontri,
anche se oro non vogliono.
Ciò che sembra arroganza, brutte maniere, o cinismo
è sempre un segno di cose che nessun orecchio ha udito,
nessun occhio ha visto.
Non sai quali guerre stanno accadendo laggiù
dove lo spirito incontra le ossa.
Miller Williams

Cosa fare per prevenire la stanchezza emotiva

  • consapevolezza e automonitoraggio: conoscersi ed imparare a sentire e definire quali sono i nostri reali bisogni può fare tantissimo per eveitare di sovraccaricarsi. Emotivamente e non solo;
  • lavorare sulle proprie abilità: potenziare le proprie abilità a tutto tondo può fare una grande differenza. In primis può essere utile andare a lavorare sulla nostra capacità organizzativa: proviamo ad esempio a distinguere ogni giorno quali sono le attività urgenti, importanti ma non urgenti, non necessarie, così da gestire con maggior efficacia le nostre risorse (energetiche e di tempo);
  • sii compassionevole nei confronti di te stess*: non sempre essere duri ci offre una via per stare meglio. Anzi… se l’empatia ci aiuta a riconoscere le emozioni e la loro qualità, la compassione ci consente di sentire il desiderio profondo di alleviare una sofferenza, un dolore percepito. Negli altri, ma anche in noi stessi. Essere compassionevoli, imparare ad avere una parola gentile è un’attitudine che giorno dopo giorno, come una goccia d’acqua scava la roccia, così la compassione ammorbidisce tensioni, facilita il dialogo, mitiga il conflitto, migliora il nostro umore.

Se senti di fare un fatica da sol*, prova a farti aiutare da qualcuno di cui ti fidi. A volte basta pochissimo per attivare un processo di trasformazione e la presenza di un professionista può essere di grande aiuto a fare ordine e mettere chiarezza.

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Prossimi appuntamenti:

19 novembre ore 17.30 presso la SALA DELLA RAGIONE
Palazzo dei Capitani del Comune di Ascoli Piceno

per parlare insieme di “Il Cibo come via, gli Archetipi come guida”, Un approccio consapevole alla tavola, partendo da noi e dalle nostre diverse energie.

Per info e prenotazioni del posto a sedere alla conferenza ti invitiamo a scriverci tramite whatsapp a: Asculuxilrisveglio 371 6352639

Pratica suggerita:

Meditazione della mente e del cuore

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