“La consapevolezza è la capacità di essere presenti, nel momento presente, senza giudicare ciò che accade; prestare attenzione in modo intenzionale ai propri pensieri, emozioni e azioni, così come all’ambiente e alle persone intorno a noi, con curiosità e apertura.”
Fatta questa premessa… tu potresti definirti una persona consapevole? In questo momento, se solo provassi a chiudere gli occhi, la tua mente, dove si troverebbe? Riusciresti a stare nel qui e ora, oppure ti verrebbe “automatico” pensare a quello che dovresti fare una volta finito di leggere questo articolo?
E’ incredibile quanto sia rapida e veloce la nostra mente nel formulare pensieri, vero?
Siamo qui e poi in un attimo… ci ritroviamo a pensare a tutt’altro. Te ne sei accort*?
Il bello – neanche tanto – è che questo andare e venire rapidissimamente spesso avviene senza il nostro controllo, distraendoci da quello che stiamo facendo e, soprattutto, interferendo notevolmente con la nostra capacità di scegliere e di rispondere.
Hai presente cosa succede quando qualcuno ti dice qualcosa che non ti aspettavi? Magari sei tutt* concentrat* nel tuo lavoro e un tuo collega ti urla contro perchè ti vede distratt*. In una frazione di secondo pensi “Ma perchè sta alzando la voce?” “Come si permette a rivolgersi a me con questo tono?” – e poco dopo senti un calore salirti lungo la schiena, il viso avvampare e una rabbia affiorare – “Ma che vuoi?!” “Non puoi chiedere le cose con più gentilezza?!” urli di tutta risposta.
Cosa potrebbe succedere subito dopo? Saresti in grado di immaginare il seguito di questa conversazione? La domanda è retorica… eppure, è così frequente che si verifichino episodi di questo tipo nel nostro quotidiano, che portarvi l’attenzione può essere davvero l’inizio di una trasformazione, non credi?
Come funziona il triangolo dell’azione
Hai presente un triangolo equilatero? Bene, immagina che ad ogni vertice ci sia una parolina magica: pensieri – emozioni – azioni.
Ogni volta che ognuno di noi formula un pensiero, immediatamente da questi si genera un’emozione – o più di una (le emozioni difficilmente sono “pure”) e da queste scaturisce un’azione. Un comportamento.
Spesso il processo che lega un vertice all’altro avviene sotto la soglia della nostra consapevolezza, in un modo così rapido e veloce che si parla di automatismo:
1.Sentiamo un rumore (AZIONE – ESTERNA)
2.Ci chiediamo “che cosa è stato?” (PENSIERO)
3.Proviamo curiosità, paura, stupore (EMOZIONI)
4.Andiamo a vedere (AZIONE)
Questa catena di eventi ovviamente è profondamente connessa e legata all’ambiente esterno e alle persone che ci circondano. Come accade per il rumore, “esterno a noi” che innesca un pensiero e delle emozioni, così ogni nostra azione suscita negli altri, altrettanti processi.
Hai presente quando discuti? Magari tu stai alzando la voce, l’altro di tutta risposta fa lo stesso… e per alcuni minuti entrambi non fate altro che urlare per cercare di sovrastarvi per farvi ascoltare e, nella vostra testa, capire. Ma veramente, una conversazione può chiarirsi con questa dinamica? Spesso la risultante è che “vince” il più prepotente.
Come ci aiuta la consapevolezza
Quando si innescano certe dinamiche, davvero ci si sente in un circolo vizioso. Siamo così tanto immersi nei pensieri che ci frullano per la testa, nelle emozioni che proviamo e concentrati su quello che vorremmo dire all’altro che difficilmente, se diamo seguito al pilota automatico, possiamo avere la meglio. Quello che spesso definiamo infatti come “impulso” – qualcuno lo chiama “istinto”, non è sempre la strada più breve per trovare una mediazione o raggiungere il proprio – e altrui – benessere.
Ma se l’impulso e l’istinto non sono di aiuto, come possiamo ovviare a questi loop nei quali spesso ci troviamo invischiati? Attraverso la consapevolezza. Se tu stai urlando e l’altro sta facendo lo stesso, attraverso la consapevolezza possiamo fermarci un istante, osservare il momento presente, identificare i nostri pensieri, le emozioni che proviamo, riconoscere che stiamo urlando… e da lì scegliere. Quando smetti di reagire e ti prendi un tempo, allora sì che inizi a rispondere e puoi uscire da quel circolo vizioso in cui ti sei cacciat*.
Quali pensieri mi stanno attraversando? Quali sensazioni fisiche sto provando? Quali emozioni sto avvertendo?
Sono arrabbiat*.
Sono delus*.
Mi sento tradit*.
Ma cosa voglio ottenere da questo scambio? Cosa vorrei far capire all’altro? Quale potrebbe essere la strategia più efficace per raggiungere il mio intento?
Se sono consapevole perdo di autenticità?
A volte si pensa, erroneamente che diventare consapevoli implichi una perdita di autenticità. Ma se urlo contro l’altro, seguendo il flusso dei pensieri e l’alternarsi delle mie emozioni, sono davvero autentic*? …oppure sono in balia di quello che sta accadendo, correndo il rischio di rispondere, anche dicendo cose che non sono funzionali nè a me nè all’altro e che magari nemmeno penso?
Prendersi un tempo, riconoscere come si sta e se si è ancora allineati con il proprio obiettivo non significa non essere sè stessi, ma esserlo con il rispetto e la tutela che non dovremmo mai perdere per noi e le persone che amiamo.
Come allenarsi alla consapevolezza
Portandola. Non c’è una strada più breve del puro e mero allenamento quotidiano. Essere consapevoli vuole una pratica costante e continuativa, nonchè il desiderio profondo di portare una crescita nella propria vita e nelle proprie relazioni.
La mindfulness ci può essere molto di aiuto in questo processo di trasformazione, nonchè i tanti protocolli che puoi scegliere di sperimentare. Se vuoi saperne di più, contattami, scrivimi o segui qualche mia pratica. Ne trovi diverse sul mio canale Youtube al quale puoi accedere cliccando qui.
E se ti interessa approfondire l’argomento, con un focus sulla genitorialità e la relazione con i figli, puoi ascoltarti il video della play list “Genitori in crescita” al quale accedi attraverso questo link: La consapevolezza nel quotidiano, il triangolo dell’azione.
Se vuoi scoprire qualcosina in più in merito al benessere e al cambiar vita, ti invito a leggere l’articolo “Cambiare vita: come e perchè”, mentre per approfondire la tematica dell’autenticità, trovi delle riflessioni su “Essere autenticamente normali”.
Se dovessi avere delle domande o delle perplessità, non esitare a contattarmi! Puoi farlo qui oppure scrivendomi al 347.1692195 o all’indirizzo mail giuliadisipio@libero.it
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