Una serie di faccine che rappresentano le diverse emozioni
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Le emozioni che non ri-conosciamo

Cosa significa ri-conoscere le emozioni che ci attraversano?

Parliamo così spesso di come per i bambini e i giovani sia difficile entrare in contatto con il loro mondo emozionale, eppure… anche per noi “adulti” non è così scontato farlo. Ri-conoscere, infatti, non è solo una questione di dare un nome a quello che proviamo, ma di comprenderne anche l’origine, l’intensità e l’effetto che ha su di noi e sugli altri. Quante volte, per abitudine o condizionamenti, tendiamo a ignorare o minimizzare le emozioni che emergono, quasi come fossero un intralcio? In realtà, dare spazio a ciò che proviamo è il primo passo per accettare noi stessi, e la nostra complessità.

Come stiamo? Quali stati d’animo proviamo durante le nostre giornate? In che modo ci condizionano nelle scelte che facciamo e nelle azioni che compiamo? Quando impariamo a ri-conoscere come ci sentiamo, viviamo il quotidiano in modo più autentico: comprendiamo meglio chi siamo e cosa vogliamo davvero. Non si tratta solo di “gestire” le emozioni, ma di lasciarle essere, per diventare più consapevoli e responsabili delle scelte che facciamo.

Qualche giorno fa, nell’ambito del percorso Genitori in crescita, all’interno del progetto Idee per crescere dell’Associazione Orizzonte ODV, si affrontava il tema dell’autorevolezza. Approfondendone i punti chiave, la gestione emotiva, l’empatia… abbiamo riflettuto su quanto possa essere complesso per tutti, non solo per i più giovani, fare i conti con quello che sentiamo.

Ma a cosa servono le emozioni?

Un tempo, quando l’essere umano viveva come cacciatore e doveva continuamente combattere per affermarsi e sopravvivere, le emozioni primarie – rabbia, paura, tristezza, disgusto e gioia – erano il fattore determinante in molte situazioni. U. Galimberti, nel suo Dizionario di psicologia, definisce la parola emozione come una reazione affettiva intensa, di breve durata e determinata da uno stimolo ambientale, che provoca modificazioni a livello somatico, vegetativo e psichico.

Pensiamo alla paura e alla sua importanza quando si andava nella savana a caccia. Immaginiamo un uomo primitivo che si trova improvvisamente di fronte a un predatore. Il cuore inizia a battere più forte, irrorando maggiormente la parte inferiore del corpo per favorire una rapida fuga, il viso impallidisce, la vista si affina per permettere di valutare ogni dettaglio dell’ambiente. Di fronte al pericolo, le reazioni possibili sono l’attacco, la fuga o il congelamento, e l’universalità delle espressioni facciali permette di comunicare con chi ci sta vicino, anche senza parole.

Una risorsa salvavita?

Sì, le emozioni sono risorse preziose. La parola emozione deriva dal latino emotio, a sua volta dal verbo emovere (muovere fuori). Questo “movimento verso l’esterno” è una forza interna che ci spinge ad agire, influenzando i nostri pensieri, comportamenti e persino le espressioni facciali. Riconoscere e dare spazio a questa forza ci permette di rispondere alle situazioni con una maggiore connessione a ciò che siamo e desideriamo.

Come le emozioni influenzano le nostre relazioni

Quando si parla di relazioni, la gestione delle emozioni e l’attenzione all’empatia giocano un ruolo chiave, specie quando si tratta di prevenire i conflitti. Pensiamo a quante volte un momento di rabbia o frustrazione accumulata sul lavoro influisce sulle conversazioni che abbiamo a casa. Le emozioni hanno un peso nelle nostre interazioni e spesso influenzano le nostre risposte senza che ce ne accorgiamo. Fermarsi a riconoscere ciò che proviamo ci aiuta a scegliere come rispondere, anziché reagire impulsivamente.

Strumenti pratici per la consapevolezza emotiva

Un modo per sviluppare la consapevolezza emotiva è prendersi brevi pause durante la giornata per chiedersi “Come mi sento adesso?”. Questa semplice domanda ci porta nel presente, aiutandoci a osservare e accettare ciò che emerge. Anche pratiche di respirazione consapevole possono essere particolarmente efficaci: un respiro lento e profondo può calmare le emozioni intense e riportarci a uno stato di equilibrio. Infine, possiamo cercare di sviluppare una “pausa riflessiva” prima di rispondere alle situazioni più cariche di tensione, una pratica che può fare una grande differenza nei momenti difficili.

Viviamo in una società che spesso ci spinge a correre e a mettere da parte le emozioni, per essere più “efficienti”. Tuttavia, imparare a riconoscere e gestire ciò che proviamo è un atto di grande valore, che ci rende non solo più autentici con noi stessi, ma anche più comprensivi e empatici verso gli altri. In fondo, le emozioni sono una bussola che ci aiuta a navigare nelle complessità della vita.

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