Una serie di foglie che manifestano il cambiamento inevitabile nella vita. Da verde a marrone.
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La parola più utilizzata: cambiamento

La parola cambiamento è una delle parole più utilizzate in questo secolo… e allo stesso tempo, una delle parole più legate al concetto di performance. Se ci pensate bene, quando la si pronuncia o a lei si fa riferimento, l’idea insita nella maggior parte di noi è che il “cambiamento” porterà di per sé, un “miglioramento”.

Sebbene sia una delle parole più utilizzate, cambiamento è anche una delle meno comprese.

Cambiamento e omeostasi

Non si cambia dall’oggi al domani, il cambiamento è un processo: organico, biologico, comunicativo, sociale… ed avviene quando ci sono delle circostanze che portano l’omeostasi del sistema alla sua saturazione per eccesso e dunque alla sua rottura.

Riprendendo un concetto ben noto in biologia, ogni sistema tende a mantenere la sua omeostasi: un equilibrio che resiste al cambiamento.

Sebbene questo ci possa sembrare una contraddizione, in realtà, in psicologia strategica lo definiremmo un paradosso: tutti desideriamo il cambiamento, ma per il principio omeostatico, esercitiamo una resistenza uguale e contraria affinchè questo mutamento si verifichi.

Pensate che la stessa malattia, patologia mentale… crea in ogni individuo un’omeostasi. Ogni nostro disagio, se persistente, diventa esso stesso un’omeostasi che resiste ai tentativi di intervento, di cura, di guarigione.

Ogni sistema tende al cambiamento e vi resiste simultaneamente.

Accogliere questo principio è assolutamente fondamentale.

Darsi una direzione

…così come lo è riflettere su un altro aspetto: desideriamo tutti “cambiare”, ma in quale direzione? Cosa significa voler cambiare, modificare, migliorare la propria vita?

Il cambiamento, se non guidato e orientato… non è detto che ci porti un miglioramento! Ecco perché talvolta farsi aiutare può essere fondamentale.

Il primo a parlare di cambiamento nella storia fu Eraclito, il quale, già nel 500 a.C. affermò “Tutto scorre” ed introdusse un altro concetto particolarmente prezioso: l’”enantiodromia” (dal greco antico ἐναντιοδρομία, composto di enantios, opposto e dromos, corsa), letteralmente corsa nell’opposto.

“Ciò che si oppone conviene, e dalle cose che differiscono si genera l’armonia più bella, e tutte le cose nascono secondo gara e contesa” (Eraclito, Frammenti)

Pensiamo alla vita. L’uomo nel tempo si è particolarmente affezionato al concetto di linearità.

Linee rette e spiraliformi

Una volta la stessa vita umana veniva rappresentata come una linea retta che andava dalla nascita verso la morte, attraversando una serie di tappe… ma se ci pensiamo bene, tutto potremmo dire tranne che sia lineare!

Se ci fermassimo per un istante a pensare, quante volte ci siamo ritrovati ad attraversare più volte le medesime situazioni? A rivivere le stesse esperienze? La figura che maggiormente potremmo utilizzare è la spirale. Ognuno di noi si muove in modo circolare, ripercorrendo continuamente tappe similari, ma in momenti diversi…ed ognuno di noi, quando meno se lo aspetta, si ritrova a cadere in comportamenti, dinamiche che pensava di aver superato.

Sebbene vorremo che il cambiamento fosse lineare e sequenziale… perché questo ci farebbe sentire al sicuro… per coloro che si occupano di guarigione e di trasformazione, le ricadute sono parte integrante del processo.

Gli autoinganni

L’essere umano, seppure l’evidenzino in pochi, vive continuamente di autoinganni. Spesso sotto la soglia della sua coscienza.  Si racconta storie, rimugina sul suo vissuto, si offre spiegazioni e interpretazioni di quello che gli accade, delle situazioni che vive, delle risposte che riceve… e così facendo nel tempo alimenta tutti quei comportamenti poco funzionali, quelle relazioni tossiche, quegli schemi che lo intrappolano e non lo fanno crescere ed evolvere.

In psicologia strategica si fanno due grandi distinzioni quando si parla di cambiamento: esiste un cambiamento di prim’ordine, quando sogno un cambiamento, e un cambiamento di secondo ordine, quando avviene un cambiamento effettivo. Nel primo caso io mi illudo che qualcosa sia diverso… nel secondo, si rompe l’omeostasi e si lavora per creare un nuovo equilibrio.

Riprendendo il concetto dell’omeostasi e facendo riferimento alla chimica potremmo dire che il cambiamento deve essere dunque un salto di qualità, non di quantità. Una trasformazione radicale di quello che ottengo alla fine della reazione.

Le diverse forme del cambiamento

Ma come facciamo a far sì che il cambiamento si verifichi se siamo così poco inclini ad accettarlo e siamo così determinati nel resistergli?

Esistono tre tipi di cambiamento:

  1. Il cambiamento graduale: quando si fanno delle modifiche al sistema goccia dopo goccia… senza che si attivino o irrigidiscano le resistenze difronte alla rottura dell’omeostasi;
  • Il cambiamento catastrofico: il fulmine abbatte l’albero, che cade distruggendo la macchina, che rompendosi uccide l’autista. Questo tipo di cambiamento è per l’appunto qualcosa che irrompe, distrugge l’omeostasi, crea un momento di enorme destabilizzazione fino a quando non se ne forma un’altra. Questo tipo di cambiamento in medicina, psicologia, a volte è quello più agognato. È il miracolo. È la guarigione all’improvviso. Ma cosa accade dopo? Pensate all’influenza intestinale che ci fa perdere improvvisamente 5-6kg. Sono davvero dimagrita? Manterrò quel risultato?

Ogni sistema ha bisogno di essere indirizzato per far sì che il nuovo equilibrio sia più “sano” del precedente. La verità, spesso trascurata e dimostrata nel tempo, non dice che se rompo uno schema disfunzionale, necessariamente il successivo sarà più valido dell’altro.

Il sistema cambiato deve essere stabilizzato.

  • Il cambiamento geometrico esponenziale: alla base di questo cambiamento c’è la figura della valanga. Pensate alla palla di neve che rotola… inizialmente è piccola… poi via via che procede si ingrandisce e man mano che va avanti diventa una valanga. Questo tipo di cambiamento ha qualcosa in comune con quello graduale e qualcosa in comune con quello catastrofico. Iniziando da qualcosa di molto piccolo, questo cambiamento riduce gli effetti delle resistenze nelle persone e, allo stesso tempo, prevede una catena di eventi che permettono con un piccolo sforzo iniziale di avviare un processo.

Ed ecco perché ho scritto Gocce di benessere nel quotidiano”. Ognuno di noi ha bisogno di individuare un obbiettivo da raggiungere che gli offra una direzione da seguire e, allo stesso tempo, di un aiuto nel poter seguire quel cammino, avviando un effetto valanga nella sua vita…

A volte bisogna partire dopo per arrivare prima.

Dopo le prime pagine in cui sarai guidato in un’esplorazione della tua vita in questo momento e nel definire, come uno scalatore che deve raggiungere la sua cima, quali tappe intermedie lo separano dalla vetta, quali strumenti deve mettere nel suo zaino, quali possibili criticità potrà incontrare e di quali risorse si potrà avvalere… settimana per settimana verrai indirizzato nel fare delle esperienze che ti porteranno a muoverti dalla tua solita posizione ad una diversa. Con un’altra visuale e una diversa prospettiva.

Tu hai già in mente quale obiettivo ti piacerebbe raggiungere?

Un percorso personalizzato

Se pensi di aver bisogno di un aiuto individuale e personalizzato, Gocce di benessere nel quotidiano” oltre ad essere un’agenda interattiva semestrale, è un percorso di crescita personale da farsi on line oppure in presenza con due sedute iniziali a cadenza settimanale e successivi incontri bisettimanali fino al raggiungimento dell’obiettivo e alla stabilizzazione del risultato ottenuto.

Contattami per avere maggiori informazioni.

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