Un bambino che sta urlando a squarcia gola

Percorso “Genitori in crescita”

II percorso “Genitori in crescita” nasce dall’esperienza maturata all’interno dello sportello di ascolto genitoriale che gestisco per l’Associazione Orizzonte ODV dal 2020, nonché dalla mia formazione con l’Università di Roma Auxilium, come Consulente Genitoriale.

Non hai avuto modo di scegliere i genitori che ti sei trovato, ma hai modo di poter scegliere quale genitore potrai essere.
(Marian Wright Edelman)

Non sempre ci si prepara alla genitorialità: a volte si diventa mamme e papà dopo una riflessione profonda, altre, spinti dal desiderio. Verso il/la partner o verso l’idea di diventare genitori.

Perché fare un percorso formativo come “Genitori in crescita”?

Un tempo i nostri nonni ci avrebbero risposto che essere genitori non si impara e non si studia. Ci si nasce. Oggi, piano piano, con il tempo, questo assunto si è modificato. Le problematicità sono aumentate, le difficoltà insieme ad esse, la rete familiare è venuta meno… e quello che prima poteva essere un percorso che si strutturava e modificava sulla base della sola esperienza, oggi richiede un supporto, un aiuto costanti.

Cos’è il parenting?

Sempre più spesso sentiamo parlare di parent trainingparent coaching… ma cosa intendiamo con il termine parenting? Con questa parola, presa in prestito dalla lingua inglese, intendiamo l’insieme dei comportamenti che i genitori mettono in atto all’interno della relazione con i figli. In questa definizione è facile comprendere di come con parenting vengano incluse e diventino fondamentali, le caratteristiche di personalità, temperamento, vissuto, del bambino e del genitore, che insieme costituiscono il sistema genitore-bambino.

Quanti sili di parenting esistono?

Senza voler necessariamente banalizzare il concetto, potremmo dire che esistono due diversi stili di parenting:

  • Uno stile di parenting negativo, caratterizzato dalla presenza di comportamenti eccessivamente controllanti e intrusivi, con regole troppo rigide (o al contrario del tutto assenti) e dalla tendenza di indurre sensi di colpa nei figli;
  • Uno stile di parenting positivo, caratterizzato da responsività, disponibilità emotiva, sensibilità ed empatia, prevedibilità, capacità di sintonizzazione con il bambino, incoraggiamento all’individualità, all’autoregolazione e all’assertività, attraverso un comportamento supportivo.

I genitori perfetti esistono: sono quelli che non hanno figli. Gli unici che non sbaglieranno mai.
(Fabrizio Caramagna)

Si può migliorare il proprio stile di parenting?

Assolutamente si. Nessuna relazione nasce “perfetta” e nessuna relazione può diventarlo, ma possiamo lavorare costantemente per imparare a ridurre i conflitti e le dinamiche disfunzionali che ci creano (e creano all’altro) disagi e malesseri.

All’interno di ciascun nucleo familiare, esiste infatti una “resilienza familiare”, una capacità insita nel sistema di fronteggiare momenti di stress e di crisi. In quanto capacità, essa può essere allenata e potenziata nel tempo, andando a far leva su quelli che potremmo definire i punti di forza e andando a ridimensionare quelli che invece potremmo definire come i fattori di rischio.

I fattori di rischio

I fattori di rischio che possono aumentare la possibilità che si presentino comportamenti problematici, dinamiche disfunzionali e conflitti sono: vulnerabilità di natura biologica, psicologica, sociale, come ad esempio una patologia, un’età anagrafica avanzata nei genitori… oppure situazioni temporanee di stress, , basso livello socioculturale, difficoltà economiche, instabilità del rapporto di coppia…

I punti di forza

I punti di forza, o fattori protettivi che favoriscono la resilienza familiare e nel medio-lungo termine consentono un’evoluzione positiva delle relazioni sono: uno stile genitoriale improntato su affetto e fermezza, una buona coesione familiare, un atteggiamento fiducioso e ottimista nei confronti della vita, aspettative realistiche e sistema di credenze adeguate rispetto a potenzialità e limiti di sé e del bambino… una buona rete sociale e familiare di supporto.

 I bambini danno molta più importanza a ciò che i genitori fanno, piuttosto che a quello che essi dicono.
(Marie von Ebner-Eschenbach)

Il percorso “Genitori in crescita”

Una volta che si sono messi a fuoco quelli che abbiamo definito essere come i fattori di rischio e quelli che invece abbiamo evidenziato come i fattori di protezione e i punti di forza del nostro sistema familiare, per migliorare gli equilibri e ridurre i conflitti tra i membri e all’interno del nucleo stesso, quello che possiamo fare ed è nelle nostre possibilità (come adulti e genitori) è di prendere atto di quali sono gli aspetti che hanno bisogno di essere rafforzati nello specifico.

Genitori in crescita è dunque il percorso che ho ideato e sviluppato per poter gradualmente andare a lavorare su tutti quegli aspetti che possono essere la nostra base sicura per la riduzione dei conflitti, dei disagi e dei comportamenti problema.

I neonati e i bambini hanno bisogno di qualcuno da cui copiare la felicità e di qualcuno insieme a cui essere felici.
(Mary e Robert Goulding)

Essere dei bravi genitori non significa infatti annullarsi come persone, ma imparare, prima di tutto, a conoscersi, a prendersi cura di sé, delle proprie vulnerabilità e poi a mettersi in relazione agli altri. Adulti e figli.

Genitori in crescita è un percorso che può essere affrontato da soli o in coppia. Ciascun incontro settimanale della durata di circa un’ora, prevede una parte teorica, una esperienziale e la discussione dei compiti che sono stati assegnati per casa durante l’incontro precedente.

Il programma scandito di base in otto incontri, può essere, sulla base delle specificità del nucleo familiare, rivisto e riadattato per poter supportare al meglio il vissuto e il momento che la famiglia sta attraversando.

Programma:

1.     Lavorare sulle aspettative: cosa sono, come definirle e, soprattutto, come gestirle

Le aspettative si riferiscono a quei comportamenti che si vorrebbero aumentare e promuovere nel figlio. Spesso, quando si parla di aspettative, le difficoltà maggiori le si incontra: confondendole con le regole, o definendole troppo elevate e irrealistiche, andando ad inficiare la relazione affettiva, con il/la figli* e determinando, a lungo andare, un impatto negativo sull’autostima del bambino. Nel medio-lungo termine, quando le aspettative sono eccessive rispetto all’età anagrafica, al bambino, al contesto… è possibile che compaiano dei conflitti o che si esacerbino delle dinamiche poco funzionali all’interno del nucleo familiare. 

Non è questo forse il dono più grande della genitorialità? Non avere aspettative su di loro, non desiderare che diventino quello che noi abbiamo in mente che debbano diventare, lasciarli liberi di sbagliare e trovare la loro via.
(Massimo Recalcati)

2.     Regole: come definirle e farle rispettare

Definire delle regole all’interno di un nucleo familiare è il modo, attraverso il quale, si delimitano i ruoli, i confini, i limiti che è importante rispettare per il benessere di ciascun individuo e della famiglia. Le regole stabilite vanno condivise insieme, dando modo a ciascun membro del nucleo, e soprattutto ai bambini presenti, che quando non verranno rispettate ci sarà una conseguenza. In alcuni casi può essere funzionale perfino realizzare un contratto scritto, un cartellone, uno strumento visionabile da tutti in ogni momento che ne riassuma i punti salienti. La difficoltà più grande che talvolta si incontra è quella di saper dare delle priorità agli aspetti della vita quotidiana che si vogliono regolamentare.

3.     Portare la consapevolezza nel quotidiano: Il triangolo dell’azione.

Talvolta accade, all’interno delle dinamiche familiari o del quotidiano che, quasi improvvisamente, ci si ritrovi nel bel mezzo di un capriccio, di un comportamento problema o di una discussione… senza sapere bene il perché e il come si sia arrivati a quel punto. In ogni nucleo, ognuno porta sé stesso: il suo carattere, il suo temperamento, la sua storia… e questo fa sì che ogni individuo interpreti e rielabori i messaggi che riceve dall’esterno a suo modo. Imparare a fermarsi, ad osservare cosa sta accadendo a noi e intorno a noi può diventare l’elemento discriminante per attivare un processo di trasformazione funzionale al benessere di tutti. 

4.     Essere autorevoli (e non autoritari): come dare indicazioni nel modo corretto

Quante volte ci troviamo a dover dare ai nostri bambini delle indicazioni per far sì che facciano (o non facciano qualcosa)? …e quante volte ci si interroga sul come farlo nel modo corretto. Quando si danno dei comandi, fondamentale è imparare la modalità con la quale impartirli così che siano chiari, coerenti, espressi in modo appropriato, sia a livello verbale che non verbale. Così come per il bambino, anche per il genitore è molto frustrante non sentirsi ascoltato o rispettato nelle sue richieste e spesso dalla frustrazione, si può con facilità attivare delle dinamiche poco funzionali. 

5.     La Comunicazione efficace: che cos’è e come si caratterizza

Che cosa si intende per comunicazione efficace? Quali sono le sue basi e gli elementi che la caratterizzano? Quali abilità fanno di un persona, un buon comunicatore? In che modo la comunicazione rafforza o indebolisce le nostre relazioni quotidiane? Come possiamo, facendo un corretto uso del dialogo, prevenire i conflitti e gli scontri? Le parole hanno un’energia e spesso questo aspetto, nel nostro modo quotidiano di usarle, viene trascurato. Imparare ad utilizzare in modo strategico alcune tecniche comunicative può essere uno strumento fondamentale per costruire ponti, rafforzare legami e motivare un processo di sviluppo e di crescita.

6.     Che cos’è l’autostima e come potenziarla nei nostri bambini

Come potremmo definire l’autostima e quali sono gli aspetti fondamentali sui quali ogni genitore dovrebbe puntare? Come fare per dare al nostro bambino un ambiente sicuro, protetto, in cui crescere, ma allo stesso tempo sfidante a tal punto da permettergli di scoprire e potenziare le sue abilità? Quando e in che modo premiare il raggiungimento degli obiettivi dei nostri figli? Che cos’è un rinforzo? Ci sono dei rinforzi più funzionali di altri? E’ giusto lodare un comportamento corretto o strategicamente è più utile sottolineare solamente quelli che non vanno bene o che non supportano un percorso di crescita equilibrato?

7.     Punizioni: quando servono – se servono – e come darle – La tecnica del Time Out

 Le regole in una vita condivisa sono fondamentali. Avere dei limiti entro cui crescere è uno dei modi attraverso i quali l’individuo si sente al sicuro e protetto nel tempo. …ma cosa fare quando il nostro bambino non rispetta i confini che gli abbiamo dato? Come intervenire per ripristinare un equilibrio che si è rotto e un dialogo che si è interrotto? In che modo si può prevenire il conflitto?

8.     Il problem solving nei “Genitori in crescita”

 Cosa intendiamo con l’espressione “problem solving”? Perché questa abilità può tornarci tanto utile all’interno delle nostre dinamiche relazionali e familiari? Come potenziarla e svilupparla per poter gestire con maggior efficacia i comportamenti problema e le situazioni di difficoltà con le quali ci confrontiamo nel quotidiano.

Le sedute del percorso Genitori in crescita possono svolgersi on line oppure in presenza presso il mio studio in Via Tiburtina 85, Pescara. Il costo dell’intero percorso (detraibile) è di 480,00€ a persona, 800,00€ per le coppie. Per informazioni potete contattare il 347.1692195

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